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Plimpton 322: la misteriosa tavoletta che riscrive la storia della matematica antica

Entra nel mistero di Plimpton 322, l’antica tavoletta babilonese che rivela sorprendenti conoscenze matematiche. Tavola trigonometrica o strumento educativo? Un reperto unico che riscrive le origini della matematica.
Una foto di presentazione, resa disponibile dall’Università australiana del Nuovo Galles del Sud (UNSW), mostra il dottor Daniel Mansfield con la tavoletta di argilla babilonese Plimpton 322 – Ansa – ugoguidi.it

Plimpton 322: l’enigma matematico che arriva dal passato

Ti sei mai chiesto cosa sapessero davvero gli antichi Babilonesi di matematica? Tra le meraviglie lasciate in eredità dalle civiltà mesopotamiche, la tavoletta Plimpton 322 è senza dubbio uno degli artefatti più affascinanti. Questo piccolo pezzo di argilla, risalente a circa il 1800 a.C., è stato ritrovato in Mesopotamia e oggi è conservato alla Columbia University. Su di esso, in caratteri cuneiformi, è incisa una tabella numerica che ha stupito generazioni di studiosi: una lista di terne pitagoriche.

Ma come può un oggetto così antico contenere una conoscenza che attribuiamo solitamente a Pitagora, vissuto più di mille anni dopo? Questa scoperta ha riscritto interi capitoli della storia della matematica, rivelando un livello di competenza sorprendente per un’epoca così remota.

La tavoletta dei misteri

Plimpton 322 è composta da quattro colonne di numeri disposti in quindici righe, e non si tratta di numeri qualsiasi. Le terne elencate sulla tavoletta sono insiemi di tre numeri interi che soddisfano il teorema di Pitagora (a² + b² = c²), utilizzati per descrivere le relazioni tra i lati di un triangolo rettangolo. Questo suggerisce che i Babilonesi conoscessero concetti matematici avanzati molto prima che fossero formalizzati nel mondo greco.

Tuttavia, il significato e l’utilizzo di questa tavoletta sono ancora dibattuti. Alcuni studiosi ritengono che fosse uno strumento didattico, utilizzato per insegnare concetti matematici agli studenti. Altri, invece, hanno ipotizzato che rappresenti la più antica tavola trigonometrica conosciuta, destinata a calcoli geometrici o astronomici. In entrambi i casi, ciò che colpisce è la sofisticatezza del pensiero matematico babilonese, che emerge con forza da questo reperto.

Un’eredità matematica che sfida il tempo

L’importanza di Plimpton 322 va ben oltre il suo valore archeologico. Per secoli abbiamo pensato che le radici della matematica occidentale fossero da cercare esclusivamente nell’antica Grecia. Tuttavia, la scoperta di questa tavoletta ha cambiato radicalmente questa prospettiva. I Babilonesi non solo conoscevano le terne pitagoriche, ma sembra le utilizzassero in modo sistematico, dimostrando una padronanza dell’aritmetica e della geometria molto avanzata.

Un aspetto intrigante è che i numeri sulla tavoletta sembrano seguire un sistema basato su rapporti e proporzioni, piuttosto che sull’angolo come nella trigonometria moderna. Questo approccio alternativo potrebbe offrire nuove prospettive su come gli antichi affrontavano problemi matematici complessi.

Strumento didattico o calcolatore avanzato?

Un’altra questione che continua a far discutere gli esperti riguarda lo scopo originale della tavoletta. Plimpton 322 poteva essere una sorta di manuale educativo, creato per illustrare concetti matematici agli studenti babilonesi. In alternativa, alcuni ipotizzano che fosse uno strumento pratico, utilizzato per risolvere problemi geometrici legati all’architettura, all’astronomia o alla suddivisione delle terre.

Qualunque fosse il suo scopo, ciò che appare chiaro è che i Babilonesi avevano un approccio molto pragmatico alla matematica. Le conoscenze che troviamo riflesse in Plimpton 322 non erano fini a sé stesse, ma rispondevano a esigenze reali della loro società.

Una nuova visione della storia della matematica

La scoperta e lo studio di Plimpton 322 hanno avuto un impatto significativo sul nostro modo di vedere la matematica antica. Non si tratta solo di un simbolo del sapere babilonese, ma di una testimonianza che ci invita a riconsiderare il ruolo di altre civiltà nello sviluppo della scienza.

Forse, il vero mistero non è tanto ciò che i Babilonesi sapevano, ma come abbiano sviluppato queste conoscenze. Quali altre scoperte, ancora nascoste nel deserto, potrebbero rivelarci aspetti inaspettati della loro cultura scientifica?

 

4o
Pasquale Antoniacci

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