Affrontare un colloquio di lavoro può essere stressante: ti giochi una grande opportunità e ogni dettaglio conta. Ti prepari, cerchi di fare buona impressione, ma a volte commetti errori che potrebbero costarti la posizione. È capitato anche a me: ho imparato sulla mia pelle cosa non fare mai durante un colloquio. Per questo, oggi voglio condividere con te i 5 errori più comuni (e come evitarli) che mi hanno insegnato ad affrontare ogni colloquio con sicurezza e professionalità.
Vi racconto una storia: qualche anno fa, ero seduta nella sala d’attesa di un’azienda in cui desideravo lavorare da tempo. Avevo studiato la posizione, scelto il mio outfit migliore e fatto tutte le ricerche sull’azienda… o almeno così pensavo.
Ma, nonostante tutte le buone intenzioni, quel colloquio è stato un disastro. Mi sono reso conto troppo tardi che avevo fatto una serie di errori che avrebbero fatto rabbrividire anche il più paziente dei recruiter. Da quella esperienza ho imparato 5 lezioni fondamentali, e oggi voglio condividerle con te.
5 cose sbagliate che prima facevo ad ogni colloquio di lavoro (e come ho imparato a evitarle): arrivare impreparata
Forse pensi che basti conoscere il nome dell’azienda e il titolo della posizione. Sbagliato! Uno dei miei errori peggiori è stato arrivare al colloquio senza sapere abbastanza sull’azienda. Quando il recruiter mi ha chiesto cosa mi piacesse del loro lavoro, ho balbettato qualcosa di generico che ha mostrato chiaramente la mia impreparazione.Prima del colloquio, dedica del tempo a studiare l’azienda. Visita il loro sito web, leggi i valori aziendali, informati sui loro progetti recenti e, se possibile, cerca notizie aggiornate. Questo dimostrerà interesse e ti farà apparire motivato. Inoltre, prepara domande mirate da porre al recruiter: dimostrano curiosità e coinvolgimento.
Parlare solo di me
Durante il mio colloquio disastroso, mi sono concentrato così tanto sul raccontare le mie competenze che mi sono dimenticato di collegarle alle esigenze dell’azienda. Ho parlato troppo di “me” e troppo poco di come avrei potuto contribuire al loro successo.
Ricorda che il colloquio non è solo per presentare te stesso, ma per mostrare come le tue competenze possono risolvere i problemi dell’azienda o migliorare i suoi risultati. Usa frasi come: “la mia esperienza in [specifica competenza] potrebbe aiutare il team a [specifico obiettivo].” Dimostra che ti vedi già come parte della soluzione.
Sottovalutare il linguaggio del corpo
Confesso che ero talmente nervoso che durante quel colloquio non ho mai guardato direttamente il recruiter negli occhi. Ho giocherellato con la penna, incrociato le braccia e mi sono agitata sulla sedia. E sai cosa? Il mio linguaggio del corpo ha parlato più di quanto avrei voluto.
Il linguaggio non verbale conta tanto quanto le parole. Mantieni una postura aperta e rilassata, guarda negli occhi chi ti sta parlando e sorridi ogni tanto. Evita movimenti nervosi come giocherellare con oggetti o tamburellare le dita: trasmettono insicurezza. E ricorda, una stretta di mano sicura (non troppo forte né troppo molle) è un ottimo modo per iniziare.
Dare risposte vaghe o generiche
“Qual è il tuo più grande punto di forza?” mi chiese il recruiter. La mia risposta? “Sono una persona molto motivata”. Suona bene, vero? Peccato che non avessi alcun esempio concreto per dimostrarlo. Ho imparato che risposte generiche come questa non bastano.
Prepara in anticipo esempi concreti che mostrino le tue competenze. Usa il metodo STAR: descrivi la Situazione, il Task (compito), le Azioni che hai intrapreso e i Risultati ottenuti. Per esempio: “in una precedente esperienza, ho guidato un progetto che ha aumentato l’efficienza del team del 20% in tre mesi”.
Parlare male di ex datori di lavoro
In un altro colloquio (sì, ho fatto tanti errori!), mi è stato chiesto perché volevo lasciare il mio attuale lavoro. Ho risposto con qualcosa come: “Non mi piace il mio capo, non mi sento valorizzato.” Pensavo di essere sincero, ma ho capito subito dall’espressione del recruiter che avevo detto troppo.
Mai parlare male dei tuoi precedenti datori di lavoro o colleghi, anche se hai avuto brutte esperienze. Concentrati su motivazioni positive, come il desiderio di crescere professionalmente o cercare nuove sfide. Per esempio: “sto cercando un’opportunità in cui posso utilizzare maggiormente le mie competenze in [specifica area]”.
Come ho svoltato
Dopo quel primo colloquio disastroso, ho deciso di fare tesoro degli errori. Ho iniziato a prepararmi meglio, a curare il mio linguaggio del corpo e a rispondere in modo concreto e pertinente. E sai una cosa? Quando ho cambiato approccio, ho iniziato a ottenere risultati. Non solo ho ricevuto più offerte, ma ho anche acquisito una fiducia in me stesso che prima non avevo.
Affrontare un colloquio di lavoro non è mai facile, ma con il giusto atteggiamento e un po’ di pratica puoi trasformarlo in un’occasione per brillare. E ricorda: ogni errore è un’opportunità per imparare e migliorare.