Vittorio Feltri, direttore editoriale de “Il Giornale” e noto fumatore, ha recentemente espresso forti critiche riguardo al nuovo divieto di fumo all’aperto introdotto a Milano, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2025.
In un’intervista al “Corriere della Sera”, Feltri ha definito la misura “ridicola” e ha dichiarato: “Per strada io devo poter fare quello che voglio. Non capisco dove sta il problema”.
Il divieto prevede che non si possa fumare all’aperto a meno di 10 metri da altre persone, una restrizione che Feltri considera impraticabile: “E allora che faccio, vado in giro con la bindella? Non mi sembra una decisione intelligente”.
Feltri ha inoltre minimizzato l’impatto del fumo passivo all’aperto, nonostante le evidenze scientifiche che ne attestano la pericolosità. Secondo Arpa Lombardia, il fumo di sigaretta è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili, ma Feltri ha dichiarato: “Io non ci credo. Se uno fuma tanto e gli viene un cancro al polmone lo capisco, ma che si raccontino queste favolette è ridicolo”.
Per rafforzare la sua posizione, Feltri ha fatto un paragone provocatorio, affermando che anche alimenti come la pizza e la mortadella possono essere dannosi per la salute, ma non per questo vengono vietati: “Anche la mortadella fa male, ma non la vietano. E allora facciamo la campagna perché la gente mangia la pizza che fa malissimo”.
Questa analogia ha suscitato discussioni, poiché, sebbene una dieta ricca di cibi grassi possa contribuire a problemi di salute, il consumo di tali alimenti non ha effetti nocivi diretti su chi sta intorno, a differenza del fumo passivo.
Il divieto di fumo nei dehors dei locali è un altro aspetto contestato da Feltri, che lo ha definito una “follia”. Ha ricordato la legge Sirchia, che consentiva di fumare nei ristoranti dotati di locali appositi con sistemi di aerazione, e ha espresso disappunto per le nuove restrizioni: “Io ancora adesso vado nel mio posto preferito perché ha la sala fumatori”.
Perché Feltri dice così?
Le dichiarazioni di Feltri riflettono una resistenza personale alle misure antifumo, che considera una forma di proibizionismo eccessivo. Tuttavia, le autorità cittadine giustificano il divieto come un passo necessario per tutelare la salute pubblica e ridurre l’inquinamento atmosferico.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha sottolineato l’importanza di queste misure per migliorare la qualità della vita in città, evidenziando che il fumo contribuisce significativamente all’inquinamento da polveri sottili.
La comunità scientifica supporta l’iniziativa, evidenziando i rischi associati al fumo passivo, anche in ambienti aperti. Studi hanno dimostrato che l’esposizione al fumo passivo può causare problemi respiratori e cardiovascolari, rendendo necessarie politiche più restrittive per proteggere la popolazione.
Nonostante le critiche, il divieto entrerà in vigore come previsto, e i trasgressori potranno essere soggetti a sanzioni. Resta da vedere come la popolazione milanese reagirà a queste nuove regole e se seguiranno ulteriori dibattiti sull’equilibrio tra libertà individuali e salute pubblica.
In conclusione, mentre Vittorio Feltri esprime il suo dissenso paragonando il divieto di fumo alla proibizione di alimenti come pizza e mortadella, le autorità cittadine e la comunità scientifica sostengono che la misura sia fondamentale per la tutela della salute pubblica e la riduzione dell’inquinamento atmosferico a Milano.