Oro, incenso e mirra: le storie dietro i doni dei Re Magi e il legame con la Befana

Oro, incenso e mirra: scopri il significato dei doni dei Re Magi e il loro legame con la Befana, tra simbolismo, leggende e tradizioni

Cosa si cela dietro i celebri doni dei Re Magi? Oro, incenso e mirra sono molto più di semplici regali: rappresentano una simbologia profonda, che intreccia tradizione, fede e mistero. E non è tutto: questi doni condividono un legame con un altro personaggio molto caro al folklore natalizio, la Befana.

Re Magi Befana
Re Magi e Befana: fra storia e leggenda – ugoguidi.it

Quando Gaspare, Melchiorre e Baldassarre partirono seguendo la stella, non portarono doni qualsiasi. Ognuno dei tre regali aveva un significato preciso, legato alla duplice natura di Gesù: Uomo e Dio. Ma come mai proprio oro, incenso e mirra?

  • L’oro, portato da Melchiorre, era tradizionalmente il dono riservato ai re. Simboleggiava la regalità di Gesù e il riconoscimento del suo ruolo come Re dei Re.
  • L’incenso, offerto da Gaspare, era una resina utilizzata nei riti religiosi per onorare le divinità. Rappresentava la natura divina di Gesù e il suo ruolo come mediatore tra Dio e gli uomini.
  • La mirra, scelta da Baldassarre, era una sostanza preziosa impiegata per l’imbalsamazione e nei riti funebri. Questo dono anticipava la sofferenza e la morte di Gesù, ma al contempo richiamava la speranza della resurrezione.

Questi regali non erano solo materiali preziosi: custodivano significati profondi, intrecciando simbolismo spirituale e cultura.

I doni dei Magi nascondono anche altre storie affascinanti. Ad esempio, si dice che i 30 denari con cui Giuda tradì Gesù fossero stati realizzati proprio con l’oro portato a Betlemme: nel regalo di Melchiorre, secondo la leggenda, c’erano un pomo d’oro – a simboleggiare la perfezione del mondo – e i famosi trenta denari. Il Pomo si ridusse in polvere nelle mani di Gesù, a simboleggiare l’inizio di un mondo nuovo, mentre i denari furono persi da Maria durante la fuga in Egitto. Un pastore li ritrovò e, anni dopo, li consegnò a Gesù ormai adulto, che li offrì al Tempio. Da lì, sarebbero arrivati nelle mani di Giuda.

Anche sull’incenso e la mirra esistono curiosità interessanti. L’incenso, oltre al suo uso rituale, aveva proprietà curative, tanto che veniva usato come antinfiammatorio e per purificare l’aria. La mirra, dal profumo intenso, era considerata sacra in molte culture antiche per le sue virtù antibatteriche e lenitive.

Un’altra teoria suggestiva suggerisce che l’“oro” menzionato nel Vangelo non fosse metallo prezioso, ma la curcuma, chiamata anche “oro d’Oriente”. Questa spezia, usata fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche, avrebbe completato un trio di doni dedicati sia alla salute del corpo sia alla dimensione spirituale.

La Befana e il quarto Re: cosa c’entra la vecchietta dei regali?

Ma cosa c’entra la Befana con i Re Magi? Secondo la leggenda, la vecchietta dal naso adunco avrebbe incontrato i Magi lungo il loro cammino. Invitata a unirsi al viaggio, rifiutò inizialmente, presa dai suoi impegni domestici. Poi, pentitasi, decise di cercarli, portando con sé doni per il Bambino Gesù. Non riuscì mai a trovarli, e da allora la Befana vaga, distribuendo regali ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Un altro elemento unisce la Befana ai Magi: entrambi portano doni. Tuttavia, mentre i regali dei Magi custodiscono un simbolismo religioso, quelli della Befana sono più legati al folklore e alla tradizione popolare, con una forte connotazione educativa: premi per i bambini buoni, carbone per i monelli.

I Re Magi e i loro doni non sono solo un elemento del racconto evangelico, ma rappresentano un ponte tra culture e tradizioni. Così come i Magi hanno viaggiato seguendo la stella, anche la Befana percorre il suo cammino, portando doni e lasciando un segno indelebile nell’immaginario collettivo.

Che si tratti di regalare doni materiali o simbolici, il messaggio è sempre lo stesso: riconoscere l’importanza del dare, del condividere e del portare luce e speranza, proprio come quei tre uomini venuti da lontano per celebrare una nascita destinata a cambiare il mondo.

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