La vita

Ugo Guidi nasce a Montiscendi (Pietrasanta) il 14 settembre del 1912 ma trascorre a Querceta l'infanzia e la gioventù.
Rimasto orfano in tenera età per la morte del padre nella Grande Guerra nel 1918 si lega ancor più alla madre. Il carattere e il rapporto con la vita stessa, restano segnati da un'infanzia vissuta in ristrettezze economiche e dalle angosce della madre rimasta vedova.

Ma è subito l'arte che gli si schiude innanzi: la sua acuta sensibilità si realizza nell'esercizio del disegno. Le immagini sacre trovate nei cassetti materni sono i primi soggetti di un lavoro grafico quotidiano che non abbandonerà più. La passione per il disegno, evasione dai disagi di una giovinezza malaticcia, lo porta a frequentare la Scuola d'Arte di Pietrasanta.
Il ricordo agrodolce del pane portato da casa e mangiato frugalmente fra i blocchi di marmo sui piazzali delle segherie, lontano dagli amici come a proteggersi da qualsiasi commiserazione e a rafforzare, senza compromessi, quello che veramente è, li porterà indelebilmente con sé.
Sono gli anni della formazione artigiana ed artistica; dopo la Scuola d'Arte frequenta l'Accademia di Belle Arti di Carrara sotto lo scultore Arturo Dazzi che apprezzandone i risultati artistici conseguiti lo chiamerà all'Accademia stessa come assistente.
Gli studi proseguono fino al 1936 e nel 1937 ottiene il primo premio di scultura al Premio Dervillé di Carrara.

Nel 1940 sposa Giuliana Iacometti, la compagna di tutta la vita, la quale con profondo amore riesce non solo a modificare il temperamento estroverso e vivace per assecondare il carattere dell'artista, chiuso e riflessivo, ma anche molto spesso gestisce i problemi del quotidiano perché il marito possa realizzare la sua arte in piena libertà, libero da qualsiasi condizionamento. Dopo la scomparsa del marito lotterà con passione perché la sua opera possa avere un ampio riconoscimento, allestendo e promuovendo manifestazioni espositive di carattere antologico in varie città italiane. La famiglia di Ugo Guidi si realizza con la nascita dei figli Vittorio nel 1944 e Fabrizio nel 1952, e la famiglia resterà un valore fondamentale della sua vita, dove realizzerà i sentimenti più teneri e sereni. Arte, famiglia e insegnamento all'Accademia sono fulcri interagenti di Ugo Guidi uomo ed artista.

Dal 1948 al 1976 è insegnante di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e si prodigherà nella formazione di studenti, che prima d’essere artisti devono essere abili artigiani, padroni del proprio mestiere; la scuola è formazione tecnica e culturale, le qualità dell'artista sapranno manifestarsi solo su una sicura base professionale. Questo non solo lo insegnerà ma lo proporrà col suo esempio. E', infatti, nel 1956, all'età di 44 anni, che espone per la prima volta le opere che esegue fin dalla gioventù, dietro l'interessamento e l'incoraggiamento di Ottone Rosai e Piero Santi alla Galleria "La Strozzina" di Palazzo Strozzi a Firenze.

L'operare artistico ricopre interamente la sua giornata: la mattina insegna in Accademia, disegnando insieme agli allievi, nel pomeriggio nel suo studio di Forte dei marmi, dove è andato ad abitare dopo il matrimonio ed ha costruito l'abitazione-studio nel 1950. Ugo Guidi lavora instancabilmente qualsiasi materiale ma soprattutto la locale pietra di Porta, un tufo, dura materia utilizzata nell'edilizia, che caratterizzerà tutta la produzione scultorea dal 1950 al 1965.
È invitato alle maggiori rassegne nazionali quali le Biennali di Milano, le Quadriennali di Roma, il Fiorino di Firenze, le Biennali di Scultura di Carrara, Arte e Sport di Firenze, Biennali del Bronzetto di Padova. Dal 1958 mostre personali si susseguono da Roma a Milano, Torino, Parma, Modena, Potenza, pur presentando sempre in anteprima le opere più recenti alla Galleria "L'Indiano" di Firenze, essendo legato da amicizia e stima con Piero Santi e Paolo Marini.
L'ondata estiva della cultura italiana in vacanza lo avvicina a molti artisti ma soprattutto a Rosai, Soffici, Funi, Mirko, Maccari, Cagli, Gatto, Dallapiccola, De Grada, Migneco e Treccani, ma è l'uomo Guidi che vive e matura in sé quello che poi estrinseca nell'operare quotidiano. In estate lavora l'argilla e disegna mentre in inverno scolpisce, ed ogni opera è il lungo e faticoso frutto dello sbozzatore, del tecnico, del poeta, del ricercatore che vivono nella sua persona.

Il percorso artistico si realizza pienamente nella tranquilla esistenza a Forte dei Marmi, dove il sole, il mare, la collina e la montagna vivono in una simbiosi ottimale, uniti e influenzati da una luce ora riverberante ora amalgamante, una luce versiliese apprezzata ed amata da molti artisti. In quest’ambiente naturale, dove la natura si mantiene in posizione discreta ma suggeritrice, Guidi opera con una ricerca continua, mai soddisfatto dei risultati creativi raggiunti.
I brevi viaggi all'estero, in compagnia degli allievi dell'Accademia sulle tracce dell'arte europea, gli fanno sempre rimpiangere il solitario operare giornaliero nella sua quieta casa. Soltanto le brevi visite a Firenze, in occasione d’esposizioni personali sue o di amici, lo stimolano e lo appagano.
Nel 1965 prende uno studio a Firenze in compagnia dell'amico pittore Arturo Puliti ma l'alluvione dell'Arno del 1966 distrugge tutte le opere fittili, non ancora cotte, ivi conservate, dopo un'esposizione fiorentina.

Il soggetto sportivo, avendo giocato come portiere in gioventù, sarà sempre presente in tutta la sua produzione. Nel 1969 realizza l'opera monumentale "Il Portiere" per lo Stadio comunale di Forte dei Marmi.

Nel 1970 è nominato Accademico Corrispondente nella sezione Scultura dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Vince il concorso nazionale per un bassorilievo dal titolo "Giochi della Gioventù" per il Palazzo degli Studi di Sarzana.
La conoscenza di Artemio Franchi, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, lo stimola alla realizzazione di numerose opere aventi per soggetto il gioco del calcio. Fra queste lo stesso Franchi sceglie quella che Ugo Guidi realizza di persona a misura monumentale nel 1974 col titolo "I Calciatori", che, posta nel Centro Tecnico Federale di Calcio di Coverciano a Firenze, sarà inaugurata ufficialmente due anni dopo la scomparsa dell'artista.

Nel 1975 per i venticinque anni di attività della Galleria "L'Indiano" di Firenze realizza un'opera dal titolo "L'Indiano a Firenze" che, fusa in bronzo, sarà consegnata al Gabinetto Vieusseux a Mario Luzi, Luigi Baldacci, Rafael Alberti, Umberto Baldini e Raffaele De Grada.
Nel 1976, nel pieno dell'attività intellettiva e fisica, si manifesta in modo palese quel male incurabile diagnosticato due anni prima.
L'ultima scultura, ”I Vincitori", realizzata nel 1976, raffigura il podio dei vincitori dell'Olimpiade di Montreal.

Nel 1977 realizza unicamente disegni e tempere, dalle quali è possibile ricostruire il dramma fisico e psicologico di un uomo vitale che lotta senza speranza contro il male. Quest'ultima produzione è presentata pochi giorni prima della morte alla Galleria "La Vecchia Farmacia" di Forte dei Marmi col titolo "Il Grido". Il 10 luglio 1977 Ugo Guidi muore nella sua casa-studio di Vittoria Apuana a Forte dei Marmi.